Aggiornata debian stable

Come faccio ad ogni rilascio stabile di debian, anche in occasione del rilascio di debian 13 "trixie" avvenuto il 9 agosto 2025 ho aggiornato le mie workstation nel giro di pochi giorni. Ormai sono abituato al fatto che l'upgrade tra rilasci stabili di debian è una operazione quasi sempre a prova di bomba: non ricordo nemmeno più con quale release sono partito in questo particolare computer, probabilmente con debian 10 "buster", ma sono arrivato su debian stable molto prima, se la memoria non mi inganna direi da debian 4 "etch" ai tempi di AGNULA/DeMuDi (circa 2005).

Come sempre bisogna leggere attentamente le note di rilascio e seguire passo passo la procedura di upgrade. Le accortezze principali sono quelle di eliminare sorgenti software non ufficiali (ad esempio avevo i repository di docker, node, kxstudio e qualcos'altro) e i backports, fare un aggiornamento della stable da cui si sta partendo (nel mio caso debian 12 "bookworm") e poi si può procedere, e in breve tempo si avrà un nuovo sistema operativo con tutte le personalizzazioni del vecchio, intatte e quasi sempre funzionanti.

Perché la "stable"

Debian per un utente GNU/Linux è un punto di arrivo notevole, è il benchmark a cui tutte le altre distribuzioni devono fare riferimento, standard come immagine base per i container, base di altre distribuzioni notissime come ubuntu e mint, ha uno dei più vasti e curati repository software del mondo. E anche il motto più entusiasmante: "the universal operating system". La debian stable esce ogni due anni e mezzo circa ed è una distribuzione molto stabile, come una roccia si dice.

La critica che di solito si fa alla versione stable è che quando esce "è già vecchia", e c'è del vero in questo: il mondo del software libero si muove ad una velocità folle e stargli dietro è quasi impossibile anche con le cosiddette distribuzioni "rolling" come ad esempio arch linux, che utilizzano sempre l'ultima versione upstream dei software che la compongono. Debian stable usa il concetto opposto: anche se ci sono versioni leggermente "indietro" rispetto all'upstream sono dichiarate stabili dai maintainer, verificate, testate, pacchettizzate e rese coerenti con il resto della distribuzione. Usare la stable è un po' lo zen dell'utente GNU/Linux: so che ci sono versioni più recenti, ma prediligo la stabilità.

Versioni dei software inclusi

E oggi il compromesso di avere versioni un po' più vecchie dei software di sistema è all'atto pratico un sacrificio quasi nullo, vista la maturità che hanno raggiunto software come GNOME, emacs, gimp, inkscape, ardour solo per citarne alcuni, e che sono inclusi in versioni relativamente recenti.

Emacs ad esempio è presente nella versione 30.1 rilasciata nel febbraio 2025, upstream c'è la 30.2 di agosto 2025. Di solito i software che uso più intensamente come emacs, ardour, etc... li ho sempre compilati da sorgente: in questo debian è eccezionale perché fornisce un sistema in cui le dipendenze (le librerie e le utility necessarie per compilare programmi) sono gestite in modo eccellente e quindi è sempre stato relativamente facile compilare le ultime versioni dei software più critici. Ma in questo caso non ne ho sentito il bisogno, almeno per emacs e ardour.

Impressioni d'utilizzo

Ho trovato trixie veramente fantastica, solida, pulita, responsiva, matura. Ogni release di debian è un miglioramento significativo rispetto alla versione precedente, che comunque era già buonissima e che hai già apprezzato e utilizzato con soddisfazione per gli ultimi due/tre anni.

GNOME è passato dalla versione 43 alla 48 e nonostante fosse già usabilisismo si nota un netto miglioramento: il desktop è raffinatissimo, minimale ma ergonomico e scattante. Unica cosa che aggiungo all'esperienza stock è l'estensione unite che toglie le decorazioni alle finestre quando sono in stato massimizzato (con Alt+F10).

A livello hardware nulla da segnalare ma qui mi piace vincere facile perché tutto ciò che ho attaccato al pc è pienamente supportato by design visto che se non lo fosse non lo acquisterei. Il kernel Linux è passato da una versione 6.1 alla 6.12 (che dovrebbe essere una "long term support").

Per quanto riguarda la grafica il default è (e lo era già in bookworm) wayland che funziona piuttosto bene: l'unica incompatibilità che ho riscontrato è durante lo screen sharing con zoom che ha qualche problema di scaling, ma si può comunque utilizzare ancora X11 che invece funziona perfettamente su questo fronte.

Lato audio abbiamo pipewire (come in bookworm) che a prima vista sembra funzionare bene e in modo trasparente anche con applicazioni JACK, ma mi riservo di provarlo più approfonditamente prima di esprimere un giudizio definitivo.

In conclusione, debian trixie promossa a pieni voti, consigliatissima a tutti.